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Energia alternativa. Nel 2015 realizzati 40mila nuovi impianti fotovoltaici – La potenza installata ha raggiunto quota 18.900 MW

Rinnovabili, crescita a pieni giri

In 39 comuni italiani il 100% dell’energia consumata è prodotta da fonti pulite

Il 2015 è stato un anno di rilievo per il dibattito sulle politiche internazionali in materia di energia e clima: basti pensare alla Comunicazione della Commissione europea sulla strategia quadro per l’unione dell’energia, oppure alla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (COP 21), con l’impegno a fermare il surriscaldamento globale.
Un anno positivo per le energie rinnovabili, dall’eolico al solare, sempre più diffuse anche nei Paesi in via di sviluppo. In Italia, sul fronte del fotovoltaico, nel corso del 2015 il GSE (Gestore dei Servizi Energetici che ricopre, da dieci anni, un ruolo centrale nello sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica a livello nazionale) è stata gestita l’erogazione degli incentivi agli oltre 550mila impianti (per circa 17.700 MW) ammessi ai diversi Conti energia: l’incentivazione dei 21,7 TWh di energia prodotti ha comportato un costo di circa 6,3 miliardi di euro, in calo rispetto all’anno precedente soprattutto per effetto della rimodulazione degli incentivi stabilita dalla legge 116/2014.
A fine 2014 risultavano installati 648mila impianti fotovoltaici, per una potenza di circa 18.600 MW. Nel 2014 sono stati prodotti 22,3 TWh di energia, dei quali circa 3,5 TWh sono stati autoconsumati. Secondo le stime preliminari pubblicate dal GSE, nel 2015 sono stati installati circa 40mila nuovi impianti fotovoltaici, corrispondenti a circa 300 MW di potenza portando il dato di installato totale a fine 2015 a circa 18.900 MW. Nel 2015 sono stati prodotti quasi 23 TWh di energia e gli autoconsumi dovrebbero essersi attestati intorno ai 4 TWh.
L’ultimo rapporto – l’undicesimo – firmato Legambiente sui Comuni Rinnovabili 2016, che costituisce una mappatura dell’innovazione tecnologica e delle reti a partire dai Comuni italiani, fotografa sviluppo e buone pratiche messe in atto. In 10 anni, la crescita delle fonti “pulite” ha portato il contributo rispetto ai consumi dal 15 al 35,5%, grazie a un modello di produzione distribuito sul territorio con oltre 850mila impianti diffusi da Nord a Sud, dalle aree interne alle grandi città. Questo ha permesso un aumento della produzione e del numero di comuni in cui è installato almeno un impianto da fonti rinnovabili, che è passato da 356 a 8.047. In particolare, in 2.660 comuni l’energia elettrica pulita prodotta supera quella consumata e sono 39 i migliori comuni italiani individuati da Legambiente dove il mix di impianti diversi permette di raggiungere il 100% di energia da fonte rinnovabile sia per gli usi termici che per quelli elettrici grazie a soluzioni sempre più innovative e integrate, con smart grid, mobilità elettrica, accumulo e con il risultato di avere bollette meno care per imprese e famiglie.
Un settore che porta con sé sviluppo e occupazione: Anie, la federazione che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche attive in Italia – 1.200 aziende, 56 miliardi di fatturato e 29 miliardi di export – è una realtà ad alto tasso di tecnologia e con una media di investimenti in ricerca e sviluppo che supera il 4% del fatturato aggregato, a fronte di un manifatturiero che si ferma mediamente all’1 per cento.
Non mancano le criticità: gli addetti hanno infatti subìto un calo soprattutto a causa delle incertezze del quadro normativo, che resta in attesa – ormai da un anno e mezzo – del decreto ministeriale chiamato a fare chiarezza sul nuovo regime degli incentivi per le fonti rinnovabili non fotovoltaiche. E manca ancora all’appello la disciplina per la progressiva copertura del fabbisogno delle isole minori non interconnesse alla rete elettrica nazionale tramite energia da fonti rinnovabili.
Eppure, su questo fronte, le best practice cui riferirsi non mancano: Ventotene, ad esempio, al confine fra Lazio e Campania nell’arcipelago delle isole Pontine, una popolazione di circa 750 persone con un notevole aumento del carico elettrico estivo. Qui sono installati quattro generatori diesel, e l’aumento del fotovoltaico residenziale ha provocato problemi di stabilità della rete in termini di frequenza e tensione, parzialmente risolti grazie a un sistema di accumulo elettrochimico che riduce il consumo di gasolio dei generatori diesel. Le altre isole minori italiane, da Pantelleria a Lampedusa, potrebbero avere analoghi benefici grazie ai minori consumi da generatori diesel, conseguenti all’installazione di sistemi di accumulo anche abbinati agli impianti rinnovabili e tecnologie smart grid, in grado di efficientare la produzione elettrica da fonte fossile, aumentare la capacità della rete di connettere impianti di produzione distribuita e di accoglierne la produzione, e migliorare sicurezza e affidabilità del sistema elettrico insulare.

DA FONTE SOLE24ORE

Barbara Ganz