LA STRADA E’ SEGNATA: RISPARMIO ENERGETICO, RISPARMIO SUI CONSUMI, DETRAZIONI FISCALI A DISPOSIZIONE = SALVAGUARDIA DELLA SALUTE.

Prima intesa Ue sui gas serra

Galletti: buona base di partenza, accolte le richieste su compensazioni e quote gratuite

bruxelles
Sulle emissioni dell’industria i ministri europei dell’Ambiente hanno deciso ieri una linea più dura (in apparenza) che aiuta (nei fatti) i grandi produttori di anidride carbonica. Non a caso l’Italia, rappresentata dal ministro Gian Luca Galletti, ha tentato di frenare le posizioni massimaliste di alcuni Paesi interessati a proteggere la loro industria nazionale a scapito dell’ambiente. Ma il processo di decisione non è chiuso. Il testo concordato dai ministeri europei dovrà essere negoziato con quelli, differenti, della Commissione di Bruxelles e del Parlamento europeo di Strasburgo per arrivare a una sintesi che accontenti tutti. O, meglio, che non scontenti troppo nessuno.
Ieri sera a Bruxelles i ministri dell’Ambiente della Ue, dopo una giornata difficile e tesa di negoziato, hanno raggiunto una posizione comune sul mercato delle emissioni di gas a effetto serra. Bisogna riformare il mercato delle emissioni di anidride carbonica, il gas che si sviluppa dai processi di combustione, accusato di trattenere il calore nell’atmosfera, riscaldandola fino a cambiare il clima. Il mercato europeo delle emissioni si chiama Ets (Emissions Trading Scheme) e deve essere aggiornato per i prossimi dieci anni. L’obiettivo della riforma dell’Ets è ridurre del 43% le emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 2005. Questo è l’obiettivo che s’è data l’Europa dopo l’Accordo di Parigi di un anno fa.
I passi più contesi sono quelli sulle compensazioni ai settori industriali penalizzati nella competizione dalle norme sulle emissioni. Vanno compensati per esempio i costi indiretti (che riguardano soprattutto le imprese italiane) e bisogna decidere come assegnare le quote gratuite di emissione utili per ridurre i divari competitivi, altrimenti si ottiene l’effetto opposto e si aiutano i Paesi meno efficienti e più inquinanti.
Il Parlamento europeo, l’altra settimana, aveva consentito una quota gratuita più generosa (il 5%); i ministri hanno imposto una misura più severa (appena il 2%); nella mediazione si arriverà a una cifra intermedia (probabilmente vicina al 4%).
I fondi per compensare le distorsioni di mercato vengono raccolti mettendo all’asta fra le imprese i diritti di emettere CO2. Quanta parte di questi incassi può tornare alle imprese più esposte ai divari competitivi? Bisogna armonizzare ciò tra i vari Paesi europei, per evitare vantaggi e svantaggi secondo il lato del confine in cui si trova l’impresa. Ebbene, i ministri hanno deciso che non possa essere destinato a compensare i divari di competitività più del 25 dei proventi d’asta. Un tetto che non armonizza nulla:per esempio la Germania destina alle sue imprese compensazioni per 768 miliardi di euro ricavati con il 22% dei proventi d’asta, mentre l’Italia per legge affida questi proventi al rapace ministero delle Finanze , il quale avendo mano libera destina quel denaro alle sue finalità e zero viene destinato all’ambiente, all’efficienza energetica e all’innovazione salvaclima.
Non a caso ieri sera il ministro Galletti commentava che l’accordo è sì una «buona base di partenza» per il negoziato che seguirà, ma solamente alcune «richieste avanzate dell’Italia sono state accolte, per esempio sulla compensazione dei costi indiretti e sull’assegnazione delle quote gratuite» ma «forse il metodo andava seguito in maniera diversa. Dopo una giornata di trattative intense, alla fine una delle proposte è stata approvata senza la necessaria discussione preventiva», motivo per cui l’Italia si è espressa contro questa formulazione dell’accordo.

RIDURRE LE DISTORSIONI

Il negoziato cerca un difficile equilibrio per assegnare aiuti e quote ai settori produttivi esposti ai rischi di concorrenza

LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI 43%

L’obiettivo che si è data l’Europa per ridurre il surriscaldamento

LE COMPENSAZIONI TEDESCHE 768 MILIARDI

La Germania aiuta le imprese più esposte alla concorrenza

DA FONTE: “IL SOLE24ORE”