LA STRADA E’ SEGNATA NOI CI SIAMO E TU? APPROFITTA DELLA DETRAZIONE FISCALE DEL 50% SULL’INVESTIMENTO SCADE IL 31/12/2017

Green economy urbana, modelli Ue per le eco-città

Edifici a energia zero, periferie, clima tra i 7 punti per il rilancio

ROMA
Riannodare i fili che legano l’Italia alle esperienze globali più avanzate di green economy nelle città. Come quella di Copenhagen, che ha fissato l’obiettivo di diventare “carbon neutral” entro il 2025. O di Amburgo, che ha pianificato una rete ciclopedonale alla quale sarà riservata la circolazione nel 40% della città entro il 2035. O, ancora, della Francia dove il “Programme national de rénovation urbaine” ha attivato la rigenerazione di 530 quartieri, con circa quattro milioni di abitanti, grazie a un fondo da oltre 40 miliardi.
Punta con forza in questa direzione il Manifesto della green economy per la città futura, che sarà presentato oggi a Roma in un incontro organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile in vista degli Stati generali della green economy per il 2017. Il documento è il risultato dell’impegno di un gruppo di lavoro di oltre 60 esperti, costituito dopo gli Stati generali della green economy del 2016 e coordinato dal professore della Sapienza, Fabrizio Tucci: «Abbiamo avviato questo lavoro – spiega – nella consapevolezza che non è più possibile ragionare su edilizia e architettura fuori da un contesto programmatico». L’Italia negli ultimi anni è andata avanti a fiammate, che si sono esaurite nel giro di poco. È accaduto con il Protocollo di Kyoto del 1997 e con l’adesione al movimento del “Covenant of mayors”, lanciato da Bruxelles nel 2008. Adesso ci troviamo in un periodo di scarsa iniziativa delle città che, pur con qualche eccezione, non sono coinvolte dai venti di innovazione architettonica e urbanistica che attraversano il resto del mondo.
Il manifesto cerca, allora, di riattivare questo movimento sopito e – come spiega il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi – «vuole aprire un’interlocuzione con l’architettura e l’urbanistica, come chiave per il rilancio del protagonismo delle città. Questa interlocuzione, infatti, non solo arricchisce la cultura, le scelte e l’impostazione della progettazione architettonica e della pianificazione urbanistica, ma può diventare anche un traino per lo sviluppo di una green economy nelle città». È nelle città, infatti, che vive oltre il 50% della popolazione mondiale, si produce l’80% del Pil e il 70% delle emissioni di gas serra. Le città sono anche i luoghi dove si concentrano investimenti, che l’Onu stima in 1,3 trilioni di dollari al 2019, e si crea nuova occupazione.
Concretamente, il manifesto si articola come un percorso programmatico in sette punti per disegnare la città del futuro, mettendo insieme qualità ecologica e stimoli all’economia. Si parte dalle questioni climatiche, guardando agli edifici a energia zero e quasi zero. Si passa dalla tutela del patrimonio naturale e culturale, puntando a interrompere la crescita incontrollata degli agglomerati urbani. Si guarda alla riqualificazione, alla rigenerazione di aree periferiche e tessuti non pianificati. E, infine, si pensa alla progettazione del futuro, che dovrà mettere insieme qualità ecologica, sociale ed economica. Il documento potrà essere sottoscritto da oggi, ma ha già ricevuto l’adesione di architetti di fama internazionale come Richard Meier, Richard Rogers, Thomas Herzog, Paolo Desideri ed esponenti del mondo dell’economia e della ricerca di Ance, Enea, Inu, Federcasa, Cgil, Cisl.

DA FONTE: “IL SOLE24ORE”