Un piano in tre mosse per la sicurezza energetica
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Il caldo torrido che ha avvolto l’Italia nei mesi di giugno e luglio non sta esponendo il paese a particolari rischi di emergenza della fornitura elettrica. Anche perché il 2017, nonostante l’estate sia nel suo pieno svolgimento, non si caratterizza come la peggiore degli ultimi anni, record che ancora detiene il 2015 tra il 30 giugno e il 25 luglio e una domanda di picco per 61 gigawatt di energia. Le ondate di caldo di quest’anno sono più intermittenti e la domanda di energia nel picco è arrivata a un massimo di 53,8 gigawatt. Da agosto, poi, la riduzione dei consumi del settore industriale abbassa i livelli di domanda di energia.
La situazione è sotto controllo, anche se monitorata con attenzione. Tra gli operatori del mercato nazionale, Enel rappresenta uno dei principali attori con il 25% del parco di generazione istallato. La società guidata da Francesco Starace ha predisposto uno specifico piano che si basa su tre leve per prevenire l’emergenza. La prima riguarda la manutenzione del parco di generazione, che nel periodo estivo viene ridotta al minimo proprio per non interferire con l’attività degli impianti.
La seconda riguarda le generazione idroelettrica. Gli invasi che alimentano le centrali traggono una buona parte della loro alimentazione dallo scioglimento della neve, che quest’anno però è stata molto scarsa e dunque la quantità d’acqua è inferiore. Proprio per questo motivo già da maggio Enel ha ridotto la quantità di energia prodotta dagli impianti idroelettrici e per questo motivo il livello di riempimento degli invasi ora è nella media.
L’ultimo aspetto riguarda il livello del Po, che si è abbassato in modo preoccupante all’inizio di luglio ma che ora sta tornando su valori più accettabili anche se ancora al di sotto della media. Enel possiede nel piacentino la centrale La Casella lungo il fiume, le cui acque vengono impiegate per il raffreddamento degli impianti termoelettrici. Nel 2011, quando il Po aveva raggiunto una delle secche peggiori, Enel aveva provveduto a potenziare gli impianti che prelevano le acque, attraverso un sistema di pompe in grado di sfruttare i livelli più bassi.
In questo contesto, comunque, Terna ha messo in atto tutte le misure atte a ridurre il picco di domanda e a massimizzare la disponibilità degli impianti industriali a ridurre le esigenze di energia. Tra le iniziative, è stata avviata la sperimentazione del sistema di aste. Terna ha messo all’asta 46 megawatt di energia: tra i partecipanti all’operazione le utilty, che hanno offerto capacità di energia (da un minino di tre ore) a fronte di un certo prezzo. Questa capacità si deve tradurre in disponibilità di industrie e imprese a ridurre le domanda di energia per un certo periodo di tempo.
Enel ha partecipato all’asta aggiudicandosi 15 megawatt, grazie alla capacità di modulazione dei consumi di alcuni clienti a fronte di una remunerazione.
DA FONTE: “IL SOLE24ORE”