Barone Pizzini: dalla Franciacorta un esempio di attenzione per la natura, il territorio e la sostenibilità.

Barone Pizzini: dalla Franciacorta un esempio di attenzione per la natura, il territorio e la sostenibilità.

 

Nel cuore della Lombardia, affacciata sulle sponde del Lago d’Iseo a meno di un’ora da Milano si trova la Franciacorta,  un’area di circa 200 chilometri quadrati che comprende  19 comuni della provincia di Brescia. Le sue dolci colline, delimitate ad ovest dal fiume Oglio e a nordest  dalle ultime propaggini delle  Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai che, ritirandosi più di 10.000 anni fa, hanno creato l’anfiteatro naturale all’interno del quale ha preso vita questo territorio denominato Franciacorta.
L’origine morenica dona al territorio di quest’area una straordinaria ricchezza minerale, che unita all’eterogeneità che compone i suoli, costituisce l’elemento distintivo della principale ricchezza di questo territorio: la  viticultura. 
La storia del Franciacorta ha origini molto antiche e radicate in un territorio dove la coltivazione della vite è stata una costante : dall’epoca romana al periodo tardo-antico, fino al medioevo le condizioni pedoclimatiche hanno sempre favorito la crescita dei vigneti.
Il catasto Napoleonico nel 1809 fotografa una realtà con oltre mille ettari di terreni specializzati nella produzione di vini “mordaci” e quasi altrettanti ettari di vigneti promiscui con altre colture.
Negli anni a venire le produzioni vitivinicole crebbero senza sosta fino ad eccedere di gran lunga le necessità della popolazione, dando così il via alle prime attività commerciali. In questa realtà agli inizi degli anni 60 prese il via il passaggio dalla produzione amatoriale dei vini con le bolle e di vini spumanti, alla moderna e codificata attività produttiva di Franciacorta. Nell’arco di pochi anni giunse il primo riconoscimento ufficiale con il decreto del Presidente della Repubblica che nel 1967 qualificò la Franciacorta zona a denominazione di origine controllata.

Proprio all’interno del territorio appena descritto  si trova “ Barone Pizzini “,   una delle aziende vitivinicole più antiche del territorio, sicuramente  la prima cantina a produrre Franciacorta da viticoltura biologica certificata, ovvero utilizzando per la coltivazione e il nutrimento delle viti solamente sostanze naturali o che l’uomo può ottenere con processi semplici, senza ricorrere a prodotti chimici, diserbanti, OGM, fertilizzanti o pesticidi di sintesi.

Cenni storici

Intorno al 1820 i nobili eredi della casata asburgica Pizzini Piomarta von Thumberg si trasferirono a Timoline per occuparsi dell’azienda di famiglia. Da questa data, vari discendenti si susseguirono alla guida della cantina sino all’ultimo, il Barone Giulio Pizzini (1916-1995) che ebbe un ruolo determinante nello sviluppo della viticoltura in Franciacorta (nel 1967 fu tra i fondatori della DOC Franciacorta).
Fu proprio lui, alla fine degli anni ’80, a coinvolgere nella proprietà un gruppo di imprenditori appassionati al mondo enologico, gettando così le basi dell’attuale azienda.
A loro, alcuni anni dopo, nel 1993, Giulio Pizzini affidò la cantina Barone Pizzini.

“Il biologico è il mezzo, il fine è la qualità”. È solito ripetere così Silvano Brescianini, socio fondatore e Direttore della Barone Pizzini, sottolineando come l’obiettivo primario dell’azienda sia quello di produrre vini di qualità strettamente legati al territorio.

Da qui la scelta di affidarsi all’agricoltura biologica, strumentale al raggiungimento di questo traguardo e coerente con l’attenzione per il territorio e l’ambiente che da sempre contraddistingue Barone Pizzini. E pensare che tutto nasce da un fortuito incontro nell’ambito di un seminario di aggiornamento professionale per coltivatori, agronomi e addetti ai lavori di campagna nel quale Brescianini rivolge a Pierluigi Donna, il maggior conoscitore di tecniche agronomiche bio, la fatidica domanda: “In Franciacorta si può coltivare la vite in modo non invasivo e di maggior tutela della natura rispetto al sistema convenzionale?”. Dalla risposta, che fu ovviamente “Certo!”, è nata una collaborazione che dura ancora oggi ed ha generato un vasto consenso anche tra addetti ai lavori proprio (anche se non solo) in Franciacorta.

 

Alia e l’energia sostenibile di Barone Pizzini

La grande attenzione di Barone Pizzini alle tecniche agronomiche bio in campo, non è l’unica peculiarità dell’azienda vitivinicola rispetto l’ambiente e la sostenibilità ed è per questo motivo che la cantina stessa  rappresenta  la volontà a tutto tondo di ridurre l’impatto ambientale  e massimizzare il risparmio energetico.

Con questi presupposti nasce nel 2008 la collaborazione tra Alia e Barone Pizzini con lo studio, la progettazione e la realizzazione di un moderno sistema fotovoltaico.
L’impianto realizzato serve una struttura di circa 5600 mq già di suo realizzata adottando ottime strategie e soluzioni bioclimatiche. Oltre ai pannelli fotovoltaici, vi sono un sistema naturale di raffrescamento garantito dal fatto che per due terzi la struttura è interrata e sono stati utilizzati materiali naturali quali pietra e legno oltre ad un sistema  di fitodepurazione delle acque.
 
 La particolarità dell’impianto realizzato in copertura alla cantina in modo estremamente armonioso con il territorio è quello di essere ancorato a delle piastre a loro volta ricoperte e zavorrate  della stessa ghiaia che costituisce il materiale e la ricchezza geologica della vigna stessa, in una sorta di continuità e simbiosi fra la natura e quello che vi viene realizzato sopra in modo artificiale.

L’impianto ha una potenza di 55,2 Kwp che con la sua produzione di circa 60.000 kwh/anno consente all’azienda di coprire circa il 37% del suo fabbisogno energetico.
Non vi resta quindi che contattare Barone Pizzini per programmare una visita alla cantina, assaggiare gli ottimi vini e cogliere allo stesso tempo l’occasione di apprezzare le nostre applicazioni impiantistiche.