Vw: auto elettriche e Suv nella ricetta del rilancio
Margine al 6% nel 2025 – Usa, conti in nero nel 2020
Volkswagen scommette sull’America, sui Suv e sull’auto elettrica per rilanciarsi al vertice dell’auto mondiale grazie al piano «Transform 2025+». Il numero uno del brand Vw, Herbert Diess, ha presentato ieri i dettagli che piano che dovrebbe permettere alla marca ammiraglia di portare i margini di profitto al 4% nel 2020 e al 6% nel 2025, rispetto all’1,8% dei primi nove mesi del 2016. Il rilancio del marchio prevede sostanzialmente tre tappe: la prima durerà fino al 2020 e vedrà un’offensiva nei Suv – il segmento più dinamico del mercato – con l’aumento del numer o di modelli da 2 a 19; la seconda, tra il 2020 e il 2025, vedrà una forte accelerazione delle auto a batterie, con l’obiettivo di vendere entro il 2025 un milione di auto elettriche l’anno, pari al 10% dei volumi attuali (il 90% delle vendite resterebbe dunque comporto da motori a combustione) e di diventare leader mondiale nel settore. I servizi digitali e di connettività dovrebbero aggiungere 1 miliardo di euro ai ricavi, con il decollo previsto dopo il 2025.
Per quanto riguarda il continente americano, Vw punta a riportare i conti in nero entro il 2020 sia in Nordamerica – dove le vendite sono state messe al tappeto dal dieselgate – che in Sudamerica, dove l’azienda ha pagato più di altri la crisi brasiliana. La cura dei Suv vale sia per gli Usa, dove è stato appena presentato il nuovo 7 posti Atlas, che per il Sud, dove è in arrivo un veicolo di dimensioni ridotte. In entrambi i mercati è anche una questione di immagine, che per la marca Vw resta nettamente al di sotto di quella di cui gode in Europa o in Cina. Diess è stato però realistico: «Ci vorranno dieci anni per diventare un competitor a pieno titolo sul mercato di massa negli Usa». Dal 2021 Vw produrrà auto elettriche anche negli Stati Uniti, con lo slogan «Electrify America». Diess ha promesso che Vw sarà «meno arrogante» che in passato, ma dopo il bagno di umiltà dello scandalo dei motori diesel ha rispolverato grandi ambizioni: «Ci muoveremo risolutamente verso il vertice della futura industria dell’auto».
L’espansione della gamma di Suv e poi di quella elettrica richiederanno forti investimenti; Diess prevede che le spese in conto capitale rimangano attorno ai 4,5 miliardi annui e ha promesso risparmi per 2,5 miliardi dall’eliminazione di modelli non profittevoli; il numero di piattaforme verrà ridotto da una dozzina a sostanzialmente due: l’attuale MQB per le auto piccole e medie e la MEB per i futuri veicoli a batterie. Non c’è una contraddizione fra la spinta dei Suv e la ricerca di un’immagine ecologica con i veicoli a batterie? Diess l’ha negato, affermando che i SUV «non sono fuoristrada ma solo auto con un baricentro un po’ più alto; quelli di piccole dimensioni consumano poco più di una Golf».
Per finanziare gli oltre 18 miliardi di costo (finora accertato) del dieselgate e gli investimenti nel piano presentato ieri, Vw ha raggiunto un accordo con i sindacati sul taglio di 30mila posti di lavoro a livello mondiale (23mila in Germania) e la riduzione dei costi di 3,7 miliardi l’anno. La presentazione di ieri ha visto relativamente pochi dettagli sulla parte finanziaria dei piani (nessun obiettivo intermedio, per esempio, prima del 2020); maggiori chiarimenti dovrebbero arrivare nell’incontro con gli investitori, che si terrà dopo che saranno state risolte le maggiori pendenze per l’indagine Usa sul dieselgate.
DA FONTE “IL SOLE24ORE”