Italia, la corsa al fotovoltaico rallenta: si punta sui sistemi di accumulo
.
Il nostro Paese è nella top 5 dei paesi produttori, ma negli ultimi anni c’è stato uno stop. Per incentivare l’utilizzo determinante il miglioramento dei sistemi di stoccaggio dell’energia: per aumentarne l’efficacienza e i risparmi in bolletta.
.
Prima della fine del 2016 il mercato globale del fotovoltaico aumenterà di 69 gigawatts, portando la potenza dei dispositivi installati a superare i 310 GW complessivi (nel 2010 erano solo 40 GW), secondo le proiezioni di Ihs azienda americana di consulenza in ambito energetico. Ma non si tratta di una crescita uniforme e generalizzata. Il 70 per cento della capacità di produrre energia dal fotovoltaico è allocata a soli 5 paesi: Cina (23%), Stati Uniti (14%), Giappone (14%), Germania (13%) e Italia (6%). Ma per i due rappresentati del vecchio continente presenti nella top five non è tutto rose e fiori. A tirare la carretta, quindi a influire maggiormente sui GW di potenza che verranno installati nel 2016 sono Cina, Stati Uniti e Giappone, con la Germania in stallo e l’Italia in crescita lenta, dopo anni di entusiasmo.
.
Secondo i dati riportati nel Renewable Energy Report 2016 redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano il mercato del fotovoltaico in Italia ha fatto registrare nuove installazioni per circa 290 MW (portandolo a complessivi 18.610 MW a fine 2015), in contrazione di circa il 25 per cento rispetto all’anno precedente e fermandosi a livelli inferiori a quelli del 2008. Come tornare a dare nuova linfa al settore? Sempre il report del Politecnico vede come primo fattore di contesto che potrebbe portare la capacità di impianti installati in Italia nel 2016 da 150-250 MW (nel peggiore dei casi) a 700-800 MW (nel migliore dei casi) l’evoluzione tecnico-economica dello storage, ossia dell’immagazzinamento dell’energia prodotta dalle rinnovabili e in questo caso dall’energia solare.
.
La possibilità di dotarsi di un sistema di accumulo in ambito residenziale (il mercato residenziale nel 2015 ha pesato per oltre il 50 per cento sul valore delle nuove installazioni) consente di minimizzare la richiesta energetica dalla rete e di conseguenza aumentare i risparmi complessivi. L’utilizzo degli accumulatori elimina i problemi legati alla discontinuità dei sistemi di generazione da fonte rinnovabile e garantisce l’autonomia energetica anche in assenza di sole o vento oltre a sostenere la continuità di energia nel caso di interruzione dell’erogazione di corrente (funzione di back-up). Questa gestione intelligente dell’energia consente inoltre di ridurre l’acquisto di energia dalla rete ed ottimizzare i consumi e l’efficienza dell’impianto.
.
Un esempio di queste tecnologie sono i sistemi d’accumulo elettrochimici, come il sistema FIAMM RES 2.0 (Residential Energy Storage) che consente di immagazzinare in totale autonomia l’energia generata dalle fonti rinnovabili e destinata al consumo domestico. Il prototipo del progetto, che segna l’ingresso della multinazionale italiana nel mercato delle soluzioni All-in-One per impianti fotovoltaici con accumulo per utilizzo residenziale, sarà presentato dal 22 al 24 giugno ad EES 2016, la maggiore esposizione europea sulle batterie e sui sistemi di storage che si svolge congiuntamente con Intersolar 2016 a Monaco di Baviera, la più importante manifestazione fieristica europea dedicata alle energie rinnovabili e in particolare al solare e al fotovoltaico. Il prototipo rappresenta la prima versione del sistema che potrà adattarsi sia a impianti esistenti sia a nuove installazioni. Saranno disponibili 4 modelli, caratterizzati da diverse capacità e potenze per adattarsi a diverse applicazioni, con l’integrazione di soluzioni tecnologiche che consentono di aumentare la quota di autoconsumo dal 20-30% fino al 70-80%, rendendo l’abitazione maggiormente indipendente dalla rete.
DA FONTE LA REPUBBLICA